Nel corso del III secolo, l’Imperatore Cinese Wei inviò una spedizione per esplorare i territori dell’attuale Cambogia e Delta del Mekong.
Al loro ritorno i membri della spedizione riferirono di un numero imprecisato di regni indipendenti, spesso in conflitto l’uno con l’altro, il più vasto e potente dei quali denominato “Regno di Funan”.
Gli storici ritengono che il Regno di Funan, oltre ad una fiorente agricultura (coltivazione del riso in primis) avesse più di un porto lungo le coste del Golfo della Thailandia.
Probabilmente proprio grazie ai rapporti commerciali con l’India (in particolare spezie e pietre preziose), in questo periodo si verificò una vera e propria “Indianizzazione” culturale e religiosa delle popolazioni locali.
A partire dal VI secolo, ci fu una progressiva unificazione dei regni presenti e, conseguentemente, le popolazioni locali cominciarono a concentrarsi lungo il corso del Mekong e nell’area del lago Tonlè Sap. Questo periodo è identificato storicamente con il Regno di Chenla.
Nel periodo compreso dal VIII al IX secolo, i territori dell’attuale Cambogia e Delta del Mekong furono annessi al Regno di Medang (odierna Java, Indonesia).
Dopo una sanguinosa rivolta, i territori occupati ottennero l’indipendenza dal Regno di Medang.
Jayavarnman II (802-835) si autoproclamò “monarca divino” (Deva Raja), rappresentazione terrena di Shiva (*)
(*) una delle principali divinità della mitologia Induista.
Ispirandosi al Monte Meru, la montagna sacra e centro dell’universo, Jayavarnman fece costruire un tempio sul monte Phnom Kulen (*)
(*) rilievo situato 40 km a nord-est di Siem Reap
Jayavarnman II iniziò un’opera di unificazione ed espansione del Regno, creando uno dei più vasti e potenti imperi del sud-est Asia: l’Impero Khmer.
Angkor
Durante il regno di Indravarman I (877-899) furono realizzate importanti opere idrauliche per l’approvigionamento idrico della capitale.
In questo periodo furono inoltre costruiti i templi nell’area di Rolous, realizzati con la tipica configurazione del “il tempio-montagna”, stile architettonico che, successivamente, caratterizzerà gran parte dei templi e palazzi reali dell’Impero.
Durante il regno di Suryvarman I (1002-1049) furono annessi i territori del Regno di Lavo, attuale Lopburi (Thailandia centrale).
Con la salita al trono di Suryvarman II (1112-1152) fu annesso il Regno Champa (Vietnam centrale) e fu commissonata la costruzione del grandioso Angkor Wat, il complesso templare più grande del mondo.
Nel 1177, le truppe del Regno Champa – Chams – risalirono il Mekong fino al lago Tonlè Sap e sferrarono un attacco contro Angkor, la capitale dell’Impero Khmer. Nel corso della battaglia fu ucciso il sovrano Dharanindravarman II ed Angkor fu saccheggiata e parzialmente distrutta.
L’anno successivo, un cugino di Suryavarnman II guidò le truppe dell’Impero Khmer contro gli invasori, riconquistando Angkor.
Angkor Thom
Nel 1181 il nuovo leader fu incoronato con il nominativo di Jayavarnman VII (1181-1218). Quest’ultimo, dopo l’attacco ad Angkor del 1177 da parte dei Chams, commissionò la costruzione di una città fortificata: Angkor Thom (*)
(*) che in lingua Khmer significa letteralmente “La Grande Città”
Situata in prossimità di Angkor Wat, Angkor Thom fu realizzata all’interno di una cinta muraria alta 8 metri (denominata Jayagiri), protetta esternamente da un enorme fossato perimetrale. Al centro di Angkor Thom fu realizzato uno dei templi più grandiosi e spettacolari dell’Impero Khmer: il Bayon (foto sotto).
Durante questo periodo l’Impero Khmer raggiunse l’apice, in termini di ricchezza, cultura, arte ed estensione territoriale.
Tempio Bayon, Angkor Thom
Con la morte di Jayavarman VII (1219), l’impero iniziò un lento ed inesorabile declino. Le cause furono molteplici:
- Innanzitutto le grandiosi opere commissionate comportarono l’impiego di un gran numero di schiavi, oltre a tasse particolarmente onerose per la popolazione locale;
- La realizzazione di queste grandi opere ed il conseguente afflusso in massa della manodopera necessaria per la loro realizzazione causò la deforestazione di una vasta area circostante Angkor. La deforestazione, associata a lunghi periodi di siccità, creò numerosi problemi al complesso impianto idraulico della captiale;
- Jayavarnman proclamò il Buddhismo Mahayana religione ufficiale dell’Impero Khmer. Non tutti accettarono serenamente questa decisione, anzi;
- l’Impero aveva raggiunto una estensione territoriale talmente vasta da rendere praticamente impossibile l’amministrazione ed il controllo di tali territori;
- Le orde dell’Impero Mongolo di Kubilai Khan costrinsero le popolazioni di etnia Tai (insediate nei territori dell’odierno Yunnan, Cina meridionale) a migrare verso sud.
- Tali popolazioni s’insediarono nell’odierna Thailandia centro-settentrionale, creando dapprima il Regno di Ngoen Yang (850-1262) e, successivamente, il Regno Lanna (1262-1775), il Regno di Sukhothai (1238-1378) e, soprattutto, il Regno di Ayutthaya (1350-1767). Quest’ultimo, nel 1431 occupò e saccheggiò Angkor, ponendo fine all’Impero Khmer.
Angkor fu abbandonata definitivamente nel 1432 e la capitale fu trasferita dapprima a Lovek (*) e, successivamente, a Chaktomuk (odierna Phnom Penh, attuale capitale della Cambogia).
(*) Oggi, Lovek – denominata anche Longvek – è un villaggio situato in provincia di Kampong Chhnang, tra Phnom Penh e il Tonlè Sap
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Nonostante la sconfitta, il conflitto con il Regno di Ayutthaya e con i Vietnamiti continuò inesorabile.
Per oltre tre secoli la Cambogia fu sottomessa al controllo dei Thai e Vietnamiti. Quest’ultimi, nel corso del XVII secolo, annessero la fertile regione del Delta del Mekong.
Ayutthaya, invece, controllava la regione nord-occidentale dell’odierna Cambogia (le province di Battambang, Siem Reap e Preah Vihear).
Questo periodo rappresenta quello che gli storici definiscono “Il Periodo Buio” della storia cambogiana.
Nel 1863, la Francia costrinse il sovrano Norodom I (1860-1904) a sottoscrivere un trattato che prevedeva la trasformazione del Regno in un Protettorato Francese.
Se da parte Francese rappresentò un primo passo verso la colonizzazione della Cambogia, per quest’ultima, dopo oltre secoli trascorsi in balia dei nemici storici, si trattò invece di un Protettorato a tutti gli effetti.
I Francesi mantennero Norodom I quale sovrano del regno ed iniziarono ad influenzare più o meno direttamente tutte le politiche interne.
Nel 1884 fu sottoscritto un ulteriore trattato a seguito del quale la Cambogia fu annessa ufficialmente all’Indocina Francese.
Da subito la popolazione locale si ribellò a tale imposizione e per oltre due anni si susseguirono violenti scontri con l’esercito francese. Tuttavia, la gran parte dei politici e personaggi influenti della Cambogia consideravano il potere militare ed economico dei francesci una garanzia per il futuro del regno.
Nel 1907 la Francia costrinse il Regno del Siam a “restituire” le province nord-occidentali di Battabang, Siem Reap e Preah Vihear. Dopo oltre un secolo, Angkor, la gloriosa capitale e simbolo dell’Impero Khmer, tornò sotto il controllo della Cambogia.
Nel 1904 fu incoronato Re Sisowath (1904-1927), al quale seguì Re Monivong (1927-1941). Alla morte di quest’ultimo, il Governatore Generale del Protettorato, Ammiraglio Jean Decoux, proclamò il diciannovenne principe Norodom Sihanouk nuovo sovrano del Regno di Cambogia.
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Nel 1942 le truppe dell’Impero Giapponese occuparono la Cambogia (*)
(*) Nonostante l’occupazione giapponese, ufficialmente l’amministrazione della Cambogia rimase nelle mani della Francia (occupata a sua volta dalla Germania di Hitler).
La Thailandia, ufficialmente alleata all’Impero Giapponese, approfittò di tale situazione per “riprendersi” le province nord-occidentali (Battambang, Siem Reap e Preah Vihear).
Tuttavia, dopo la caduta di Parigi nel 1944, i Giapponesi “furono costretti” ad amministrare direttamente la Cambogia fino alla fine del conflitto (1945).
Nel dopo-guerra la Francia riprese il controllo della Penisola Indocinese (*)
(*) terminato il secondo conflitto mondiale, per l’amministrazione delle proprie colonie la Francia costitui l’Unione Francese, entità politica creata per rimpiazzare l’impero coloniale francese. Creata nel 1946, l’Unione Francese durò fino al 1958, anno in cui fu sostituita dalla Comunità Francese. Quest’ultima diede una parziale autonomia ai territori delle ex-colonie francesi (la Francia controllava “soltanto” la Moneta, la Sicurezza Nazionale, la Difesa e gli Affari Esteri). Anche se ufficialmente la Comunità Francese fu prosciolta nel 1995, in realtà quasi tutti i Paesi membri ottennero l’indipendenza nel corso degli anni ’60.
Il ritorno delle truppe francesi nei territori della penisola indocinese sfociò nella Prima Guerra d’Indocina (1946-1954).
Sconfitti dai Viet Minh, i guerriglieri comunisti guidati da Ho Chi Minh, i francesi rinunciarono definitivamente ai territori del sudest asiatico.
Gli accordi sottoscritti durante la Conferenza di Ginevra (Maggio 1954) garantirono ufficialmente l’indipendenza per il Laos, Cambogia e Vietnam.
Il principe Norodom Sihanouk fu proclamato sovrano del Regno di Cambogia nel 1941, appena diciannovenne.
La Francia, che all’epoca controllava direttamente tutte le politiche interne del Paese, organizzò l’incoronazione sicura che anche Sihanouk, come i suoi precedessori, fosse soltanto “un pupazzo” facilmente controllabile.
Ottenuta l’indipendenza dalla Francia (1953), la Cambogia attraversò un periodo di pace e prosperità, caratterizzata da un crescente ottimismo generale.
Sihanouk svolse un ruolo primario durante questo periodo. A Phnon Penh si susseguirono visite da parte dei principali leader mondiali ed il complesso di Angkor divenne in breve uno dei principali itinerari turistici del sudest Asiatico.
Nel 1955 Sihanouk abdicò in favore del padre e fondò un partito politico (People’s Socialist Community) che, lo stesso anno, stravinse le elezioni conquistando tutti i posti a sedere in Parlamento.
Tutto sembrava andare nella direzione giusta. Purtroppo, negli anni seguenti, la situazione del Vietnam cominciò a degenerare in modo preoccupante.
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USA, Cina e Vietnam
Sihanouk temeva i comunisti del Vietnam del Nord (Viet Cong) ed allo stesso tempo considerava il Vietnam del Sud e la Thailandia, entrambi alleati USA, non affidabili. Decise così di proclamare ufficialmente la neutralità della Cambogia.
Nel 1965, sicuro che gli USA stessero complettando contro di lui, Sihanouk interruppe le relazioni diplomatiche con gli americani e permise ai guerriglieri Viet Cong di entrare liberamente in Cambogia. Questa situazione di “neutralità fittizia” si rivelò un fallimento: la famiglia reale perse progressivamente il controllo della situazione e la corruzione cominciò a dilagare in ogni settore.
Il malcontento della gente si trasformò in breve tempo in una vera propria insurrezione popolare, caratterizzata da scontri tra le forze governative e militanti della Sinistra (definiti “ribelli”).
Nel 1970, mentre Sihanouk si trovava in Francia, il Generale Lon Nol ed il principe Sisowath Sirik Matak, cugino di Sihanouk, effettuarono un colpo di stato (con il “tacito assenso” degli americani).
Sihanouk si trasferì a Pechino e cominciò ad organizzare un movimento rivoluzionario da lui soprannominato “Khmer Rouge” (Khmer Rossi), a cui molti giovani aderirono non per una ideologia politica ;(non sapevano nemmeno chi fossero Mao o Marx), ma semplicemente “per combattere per il loro sovrano“.
Il Gen. Lon Nol intimò ai comunisti Vietnamiti di lasciare il Paese entro una settimana. Nonostante l’ultimatum, numerosi guerriglieri Viet Cong continuarono a combattere stanziati in Cambogia.
Gli americani e forze sud-vietnamite lanciarono un’offensiva contro i guerriglieri Viet Cong, invadendo la Cambogia sud-orientale.
L’offensiva costrinse i guerriglieri comunisti a ritirarsi verso nord, destabilizzando ulteriormente il governo del Gen. Lon Nol.
Supportati dai Khmer Rossi, i guerriglieri Viet Cong sconfissero le truppe di Lon Nol, avanzando fino alla perifieria di Phnom Pehn, occupando il complesso templare di Angkor.
Nel 1970 gli USA iniziarono a bombardare “presunte basi comuniste” in territorio cambogiano.
Per 3 anni i B-52 americani bombardarono a tappeto la Cambogia, uccidendo migliaia di civili e, soprattutto, creando un numero enorme di profughi e disperati. Molti dei quali furono successivamente reclutati dai Khmer Rossi.
Nonostante il supporto americano, le forze del Gen. Lon Nol non riuscirono mai a contrastare il crescente movimento rivoluzionario dei Khmer Rossi.
Nel 1973 Sihanouk e la moglie Monique incontrarono i capi del movimento sulla montagna sacra di Phnom Kulen, 40 km a nord-est di Siem Reap.
Un gesto che rappresentò una vittoria in termini di propaganda per i Khmer Rossi, ed il colpo di grazia per il governo del Gen. Lon Nol. Quest’ultimo abbandonò definitivamente Phnom Penh (e la Cambogia) nel 1975.
Ingresso dei Khmer Rossi a Phnom Penh (1975)
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Il 19 Aprile 1975 la capitale Phnom Penh si arrese ai Khmer Rossi (2 settimane prima della caduta di Saigon da parte dei Viet Cong).
Sihanouk, invitato dai Khmer Rossi, tornò a Phnom Phen e fu proclamato capo di stato della neo-costituita Democratic Kampuchea (Cambogia Democratica).
Pol Pot
Ma chi sono i Khmer Rossi? Cosa rappresentano? Chi li comanda?
I Khmer Rossi rappresentano il Partito Comunista della Cambogia e sono guidati da Pol Pot (Saloth Sar, 1925-1998) e dai suoi collaboratori: Nuon Chea, Ieng Sary, Son Sene Khieu Samphan.
Nel 1976 i Khmer Rossi rimossero Sihanouk da capo di stato e lo misero agli arresti domiciliari presso il Palazzo Reale.
Il governo esistente fu smantellato e la Cambogia divenne una repubblica comunista con Presidente Khieu Samphan e primo Ministro Pol Pot. Quest’ultimo sin da subito impose delle riforme ispirandosi alle politiche maoiste.
Seguendo il modello socialista della Cina di Mao, la proprietà privata fu abolita (“il territorio appartiene allo stato”) e Pol Pot ordinò ai rifugiati di tornare nelle campagne, dove furono costretti a vivere e lavorare nelle Comuni.
Ma la dittatura dei Khmer Rossi non si limitò a queste riforme, anzi.
Genocidio
Il regime di Pol Pot fu una delle più spietate dittature della storia. Migliaia di politici e burocrati furono uccisi, tutte le persone non iscritte al Partito che avessero un’istruzione furono giustiziate, il solo fatto di portare gli occhiali era sufficiente per essere classificati come “intellettuali” e quindi nemici del popolo.
Phnom Penh divenne in breve tempo una città fantasma.
I suoi tentativi di riforma agraria portarono ad una diffusa carestia, mentre l’insistenza sull’assoluta autosufficienza, anche nella fornitura di medicinali, determinò la morte di migliaia di persone a causa di malattie curabili.
Pol Pot fu responsabile della tortura e del massacro di circa un milione e mezzo di persone (compresi bambini, donne e anziani), a cui vanno aggiunti centinaia di migliaia di morti a causa del lavoro forzato, della malnutrizione e della scarsa assistenza medica.
Egli ordinò l’interramento di un numero enorme di mine anti-uomo, definite come “soldati perfetti”. In quel periodo la radio ripeteva regolarmente il messaggio “La nuova utòpia comunista necessita solo di uno o due milioni di persone” e “Tenervi non comporta alcun beneficio, eliminarvi non comporta alcuna perdita”.
Tra il 1975 e il 1979 furono sterminati complessivamente tre milioni di persone, un genocidio senza precedenti.
Per non dimenticare questo incredibile massacro, presso la Memorial Stupa del Museo di Choeung Ek a Phnom Penh sono esposti più di 8,000 teschi, ordinati in base al sesso ed età (foto sotto)
Teschi presso il Museo Commemorativo di Choeung Ek, Phnom Penh
Storicamente, i rapporti tra Cambogia e Vietnam sono sempre stati piuttosto tesi. In particolare, dal 1976 al 1979, vi furono numerosi scontri nella zona del Delta del Mekong tra Khmer Rossi e Vietnamiti, spesso causati dalle scorrerie delle bande di Pol Pot.
Nel Novembre del 1978, supportato dall’Unione Sovietica, il Vietnam sferrò un’imponente offensiva ed invase la Cambogia.
Quando i carri armati vietnamiti arrivarono alle porte di Phnom Pehn, i Khmer Rossi si rifugiarono nei Monti Cardamomi (Cambogia occidentale).
Nel gennaio del 1979 il Vietnam costituì un governo con a capo alcuni ex-membri dei Khmer Rossi, tra i quali anche l’attuale PM della Cambogia, Hun Sen.
Tale governo, su pressione del Vietnam, condannò a morte Pol Pot e Ieng Sary per il genocidio commesso.
Per rappresaglia, la Cina sferrò un attacco lungo il confine settentrionale del Vietnam, ma dopo soli 17 giorni le truppe cinesi furono costrette a ritirarsi.
Nel 1982, la Cina convinse Sihanouk a costituire un movimento di opposizione al governo di Phnom Penh.
Sihanouk costituì una coalizione che comprendeva il Funcinpec (Fronte Nazionale Francese per una Cambogia indipendente, neutrale, pacifica e cooperativa, costituito da persone fedeli alla monarchia), il Fronte Khmer per la Liberazione Nazionale (Khmer People’s National Liberation Front) ed i Khmer Rossi (*)
(*) quest’ultimi riconosciuti ufficialmente con il nominativo di Partito della Cambogia Democratica (…)
Nonostante queste operazione di facciata, l’esercito vietnamita continuò a combattere i Khmer Rossi, a tal punto da costringere quest’ultimi a rifugiarsi lungo il confine Thailandese (*)
Un Paese allo sbando
La situazione politica dell’epoca fu quanto meno grottesca. Gli Stati Uniti infatti imposero l’embargo economico nei confronti del Vietnam (visto l’epilogo disastroso del conflitto con i Viet Cong).
La Thailandia, alleata degli USA, supportò segretamente (con l’aiuto della Cina) i gruppi di Pol Pot.
Qualche anno dopo, l’arrivo al Cremlino di Mikhail Gorbachev (1985) determinò il crollo dell’Unione Sovietica, ponendo fine alla “Guerra Fredda”.
Conseguentemente, nel 1989, le truppe vietnamite si ritirarono definitivamente dal territorio cambogiano.
A pagare le conseguenze, come sempre, fu soprattuto la gente comune. Alla fine del conflitto, la popolazione della Cambogia era ridotta ad un’enorme massa di profughi, disperati ed affamati.
Un programma di pace promosso dalle Nazioni Unite alla fine del 1989 portò alla formazione di un governo costituito dalle varie fazioni politiche – tra cui anche i Khmer Rossi! – con a capo Sihanouk e, con il ruolo di moderatore-supervisore, l’UNTAC, organo creato appositamente dalle Nazioni Unite (United Nations Transitional Authority in Cambodia).
Questo fase non risolse i problemi del Paese, ma perlomeno permise alla popolazione locale di sopravvivere (anche e soprattuto grazie agli aiuti umanitari internazionali).
Nel 1997, dopo che le Nazioni Unite lasciarono la Cambogia con proclami vittoriosi, un colpo di stato manovrato dal Primo Ministro Hun Sen riportò i comunisti a capo del governo.
Ufficialmente la Cambogia è una monarchia costituzionale con a capo il sovrano Norodom Sihamoni. Tuttavia, il controllo del Paese è saldamente nelle mani di un unico partito: il Cambodia People’s Party del Primo Ministro Hun Sen (in carica ininterrottamente dal 1985).
Manifesti pro Hun Sen durante elezioni politiche