Nel corso dell’VIII secolo d.C. popolazioni di etnìa Tai (*) s’insediarono nei territori dell’odierno Laos
(*) popolazioni provenienti dalla Cina meridionale (Tai Lao), dalla Thailandia settentrionale (Tai-Yuan), dalla Thailandia Centrale (Tai-Siam) e dalla Birmania nord-orientale (Tai-Shan).
I Tai Lao – denominati semplicemente Lao – s’insediarono nella fertile valle alluvionale del Mekong.
Nel corso del XII secolo, il potente Impero Khmer occupò i territori dell’attuale Thailandia centro-settentrionale e della regione centrale del Mekong (attuale Laos centro-meridionale).
Con il declino dell’Impero Khmer (XIII secolo) si creò un “vuoto di potere” nella regione centro-settentrionale della Thailandia. Approfittando di tale situazione, Sri Intraditya fondò il Regno di Sukhothai (1238) e Mangrai fondò il Regno Lanna (1262).
L’ascesa dei nuovi regni, convinse l’Impero Khmer a crearsi qualche alleato per cercare di mantenere la supremazia territoriale. In quest’ottica, un giovane principe Lao di nome Fa Ngum, educato alla corte di Angkor, sposò una principessa Khmer. Successivamente, Fa Ngum fu inviato a nord per riconquistare i territori della regione centrale del Mekong, passati sotto il controllo del Regno di Sukhothai.
Il Regno con un Milione di Elefanti
Dopo aver sconfitto le truppe di Sukhothai, nel 1354 Fa Ngum si autoproclamò sovrano del Regno di Lan Xang, che letteralmente significa “Il Regno con un Milione di Elefanti”. Fa Ngum proclamò Xiang Dong Xiang – odierna Luang Prabang – capitale del regno.
Il Buddha Phra Bang – che letteralmente significa “Il Buddha Delicato” – è una statua in bronzo alta 83 cm, raffigurante il Buddha nella postura del Abhaya Mudra.
Realizzata a Ceylon (attuale Sri Lanka) in un periodo compreso dal I al IX secolo d.C., il Buddha Phra Bang rappresenta l’immagina sacra più venerata del Laos.
La statua fu donata ad un sovrano dell’Impero Khmer, che si era convertito al Buddismo Theravada. Successivamente, l’immagine fu trasportata a Xiang Dong Xiang dal monaco Phra Maha Pasman, che era stato l’insegnante religioso di Fa Ngum ad Angkor. Quest’ultimo, espressamente invitato da Fa Ngum, divenne il Consigliare Spirituale del sovrano, incaricato principalmente di diffondere il Buddhismo Theravada nei territori del regno.
La Golden Age del regno
Alla morte di Fa Ngum, salì al trono il figlio Un Heuancon con il nominativo di Samsenthai (*). Quest’ultimo sposò dapprima una principessa del Regno Lanna e, successivamente, una principessa del Regno di Ayutthaya.
(*) Samsenthai significa “trecentomila”, con riferimento al numero complessivo dei soldati al suo servizio.
Il regno di Samsenthai (1374-1416) fu caratterizzato da pace e prosperità, come testimoniano i numerosi templi e palazzi della capitale risalenti a quel periodo.
A Samsenthai successe il figlio Xainya Chakkaphat – che in lingua Lao significa “Il Sovrano Universale” – che, nonostante un atteggiamento piuttosto arrogante, garantì un ulteriore periodo di benessere alla popolazione del regno.
Dopo la morte di Xainya, i Vietnamiti sferrarono una imponente offensiva durante la quale occuparono e saccheggiarono la capitale Xiang Dong Xiang. Tuttavia, a causa di una epidemia di malaria, le truppe vietnamite abbandonarono definitivamente i territori del Laos.
Settimo figlio del sovrano Sai Tia Kaphut, Visoun fu proclamato Governatore di Vientiane nel 1480. Successivamente (1491) Visoun divenne Primo Ministro del regno con l’appellativo di Phya Sena Muang.
Dopo aver deposto il cugino, nel 1500 Visoun fu proclamato sovrano del Regno di Lan Xang e Xiang Dong Xiang fu rinominata Luang Prabang, in onore dell’immagine sacra del Buddha Phra Bang.
Nel 1550 salì al trono Setthathirath (1534–1572). Quest’ultimo, considerato uno dei più grandi sovrani del Regno di Lan Xang, difese vittoriosamente il regno dagli attacchi sferrati dall’Secondo Impero Birmano e, successivamente, dal Regno di Ayutthaya.
Nel 1560 Setthathirat spostò la capitale del regno a Viang Chan (Vientiane).
Durante il suo regno, Setthathirat commissionò la costruzione del Wat Xieng Thong e, soprattutto, del Pha That Luang e del Haw Phra Kaew a Vientiane, templi in cui furono custoditi rispettivamente il Buddha Phra Bang ed il Buddha di Smeraldo, attualmente custodito presso la Cappella Reale del Wat Phra Keaw a Bangkok.
Dopo un periodo caratterizzato da lotte e dispute per il potere, nel 1638 salì al trono Suriya Vongsa.
Durante il regno di Visoun (57 anni), Viang Chan divenne uno dei più importanti centri religiosi del sud-est asiatico.
Il Regno di Lan Xang amministrò i territori del Laos per quasi 4 secoli, dal 1354 al 1707.
Dopo la morte del sovrano Suriya Vongsa (1695), vi furono una serie di dispute interne che portarono alla divisione del Regno.
Il sovrano di Luang Prabang (territori settentrionali) dichiarò l’indipendenza da Viang Chan, seguito poco dopo dal sovrano di Champasak (territori a sud).
Questa suddivisione rese più vulnerabile il Regno di Lan Xang ed i regni neo-costituiti.
Ne approfittò l’Impero Birmano – Dinastia Konbaung – che dapprima conquistò i territori del Regno Lanna (alleato del Regno di Lan Xang), a cui segui il Regno di Ayutthaya (1767) ed il Regno di Luang Prabang.
Dopo la caduta di Ayutthaya ad opera dei Birmani (1767), Phya Taksin, comandante dell’esercito Siamese, riorganizzò l’esercito e sconfisse i Birmani, costringendoli alla ritirata.
Taksin non si fermò, anzi. Nel 1779, costrinse alla resa i tre regni indipendenti del Laos, che furono annessi al Regno del Siam.
Nel 1782, Taksin fu assassinato dai suoi due generali più fidati: Bunma e Thongduang. Quest’ultimo fu proclamato sovrano del regno con il nominativo di Re Yotfa (Rama I, fondatore della dinastia Reale Chakri).
Per i seguenti 60 anni, le città-stato del Laos (Lao Mueang) furono tributarie del Regno del Siam.
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Nel 1893 una nave da guerra della Marina Francese risalì il Chao Phraya e puntò in cannoni in direzione del Palazzo Reale di Bangkok.
Considerata la potenza militare della Francia dell’epoca, il Regno del Siam accettò di trasferire i territori ad est del Mekong alla Francia.
Il Regno di Luang Prabang divenne un Protettorato Francese mentre il resto del Paese fu amministrato direttamente dai Francesi.
Nel 1900 Viang Chan – Vientiane – fu proclamata nuovamente capitale amministrativa del Laos. Successivamente (1907) fu sottoscritto un trattato tra la Francia ed il Regno del Siam attraverso il quale le provincie di Sainyabui e Champasak furono annesse al Laos, le province di Siem Reap e Battambang furono annesse alla Cambogia.
Il Laos fu utilizzato dai Francesi principalmente per la produzione di caffè (a sud) e di oppio (a nord, venduto ai mercanti Cinesi).
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Francia di Vichy e l’Impero Giapponese stipularono un accordo che garantiva ai Giapponesi “massima libertà di manovra”.
Tuttavia, agli inizi del 1945, i Giapponesi occuparono il Laos ed arrestarono tutti i militari (e personale civile) francesi.
Successivamente i giapponesi costrinsero il sovrano King Sisavang Vong a formulare ufficialmente una dichiarazione di indipendenza dalla Francia.
In quel periodo si costituì un movimento nazionalista denominato Lao Issara (Lao Libero).
Con la resa del Giappone (15 Agosto 1945), fu costituito un governo guidato dal principe Phetsarat, cugino del Re. Dopo oltre due secoli, il Laos fu nuovamente riunificato.
Convinto che il Paese avesse ancora bisogno della protezione Francese, il re annullò la dichiarazione d’indipendenza e dismise il principe Phetsarat dal ruolo di Primo Ministro. L’Assemblea Nazionale, costituita da 45 membri nazionalisti, destituì il sovrano.
All’inizio del conflitto tra i Viet Minh e la Francia (Prima Guerra d’Indocina), le truppe francesi occuparono i territori settentrionali del Laos, costringendo i membri del Lao Issara a rifugiarsi a Bangkok.
Pathet Lao
Nel 1949 il governo francese promise una sorta di armistizio nei confronti dei membri del Lao Issara, dichiarando ufficialmente che potevano tornare in Laos per partecipare alla costituzione di un Laos indipendente.
Il principe Souvanna Phouma, fratello minore di Phetsarat rifiutò, mentre l’altro fratello, Souphanouvong, tornò in Laos per partecipare al processo politico.
I membri del Lao Issara che tornarono in Laos si diedero da fare per ottenere l’indipendenza del Laos a livello politico.
Altri, guidati dal principe Souphanouvong, si aggregarono ai Viet Minh di Ho Chi Minh, decisi a combattere i francesi ed a costituire un regime marxista. Tale movimento fu denominato Pathet Lao (Patria Laos).
Nel 1950 il principe Souphanouvong divenne ufficialmente il Presidente del Naeo Lao Issara (Fronte Nazionale per la Liberazione del Laos). Successivamente (1953) fu sottoscritto un trattato nel quale la Francia garantì ufficialmente la totale indipendenza del Laos.
Il processo di indipendenza fu ufficializzato dagli Accordi della Conferenza di Ginevra del 1954.
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Dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Francia, i leaders del Pathet Lao costituirono il Partito Popolare del Laos, partito politico Marxista.
La tanto sospirata indipendenza del Paese arrivò dopo oltre 2 secoli di colonialismo, pochi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, appena terminata la Prima Guerra d’Indocina, nel bel mezzo della Guerra Fredda… In quest’ottica, dal 1955 al 1958, gli Stati Uniti diedero al governo del Laos ben 120 milioni di dollari (4 volte gli aiuti forniti alla Francia durante gli otto anni della Prima Guerra d’Indocina).
Nonostante questi aiuti massici, il Laos sprofondò in una pesante crisi economico-politica che portò alla caduta del governo.
In breve tempo la gran parte del Paese fu controllata dai comunisti, che iniziarono ad effettuare sempre più frequentemente azioni di guerriglia. Conseguentemente, gli americani trasferirono in Thailandia truppe militari per far fronte ad un eventuale attacco comunista lungo il Mekong.
Nel Maggio 1961 si svolse una nuova conferenza a Ginevra per cercare di evitare un ulteriore conflitto in Vietnam. Purtroppo le parti in gioco non accettarono alcun compromesso, e, poco dopo, ebbe inizio la Seconda Guerra d’Indocina (Guerra del Vietnam).
Nonostante durante la Conferenza di Ginevra del 1961 il Laos fosse stato dichiarato ufficialmente un “Paese neutrale”, sia gli americani che i vietnamiti sapevano benissimo che, in caso di conflitto, non sarebbe stato così.
Verso la fine del 1963, il Vietnam del Nord e gli USA comiciarono ad accusarsi reciprocamente di non rispettare le condizioni imposte dalla Conferenza di Ginevra.
L’esercito di Hanoi utilizzò i territori del Laos per rifornire le truppe impegnate nella regione centrale e meridionale del Vietnam (percorso denominato “La Pista di Ho Chi Minh”). Dal 1964 gli americani cominciarono a bombardare sistematicamente i territori del Laos nel tentativo di interrompere i rifornimenti ai guerriglieri Viet Cong.
Si stima che circa 40,000 effettivi dell’esercito di Hanoi fossero stanziati in Laos per rendere operativa la Pista di Ho Chi Minh, supportati da oltre 35,000 guerriglieri del Pathet Lao.
CIA
The Royal Lao Army, l’esercito regolare del Laos, finanziato e supportato dagli americani, impiegò circa 60,000 uomini, ai quali bisogna aggiungere circa altri 30,000 guerriglieri (*) addestrati e guidati direttamente dagli ufficiali della CIA.
(*) costituiti principalmente dalla popolazione Hmong
L’Offensiva del Tet lanciata dai guerriglieri Viet Cong nel Gennaio del 1968 segnò definitivamente l’inizio del ritiro delle truppe americane dal Vietnam. Tuttavia, bombardamenti a tappeto dei B-52 americani in Laos continuarono regolarmente (*)
(*) Durante tale periodo i guerriglieri del Pathet Lao si rifugiarono nelle Grotte di Vieng Xai.
Nel 1975, l’occupazione di Saigon da parte dell’esercito nord-vietnamita (passata alla storia come “La Caduta di Saigon”) pose fine al conflitto del Vietnam.
Con la vittoria delle truppe di Ho Chi Minh e la conseguente affermazione del comunismo in Vietnam e Cambogia, anche in Laos si registrarono una serie di manifestazioni pro-comunismo. In breve tempo, i Pathet Lao “liberarono” tutte le principali città del Laos.
Come verificatosi in Vietnam (e successivamente in Cambogia, durante il regime del Khmer Rossi), gli ufficiali militari e tutti coloro che servirono il precedente governo furono costretti a fuggire all’estero. Chi non riuscì (o non volle) fuggire, fu deportato nei “campi di rieducazione”.
Il sovrano fu costretto ad abdicare e, il 2 Dicembre 1975, l’Assemblea Nazionale proclamò ufficialmente la fine della monarchia dopo 650 anni.
Lo stesso anno fu costituita la Repubblica Popolare del Laos, caratterizzata da un governo di tipo Marxista-Leninista, a capo della quale furono nominati il principe Souvannapong e Kaysone Phomvihane (rispettivamente Presidente e Primo Ministro).
Il regime neo-costituito, impostato sulla base del modello Sovietico, “nazionalizzò” l’economia ed abolì ogni forma di opposizione, assemblea o aggregazione popolare.
Nel 1977, i membri della famiglia reale furono dapprima posti agli arresti domiciliari e, successivamente, spediti in un campo di rieducazione in provincia di Vieng Xai (*)
(*) luogo in cui morirono, probabilmente a causa della malnutrizione e malaria.
Il Laos oggi
A seguito dei risultati devastanti a livello socio-economico di tale politica, nel 1979 il PM Kaysone Phomvihane annunciò la parziale liberalizzazione del mercato e la reintroduzione del diritto di proprietà privata (*)
(*) gran parte dei contadini abbandonò le cooperative per coltivare i propri terreni.
Con l’ascesa di Mikhail Gorbachev al Cremlino (1985) ed il conseguente collasso dell’Unione Sovietica (1989), furono introdotte una serie di riforme economiche denominate il “Nuovo Meccanismo Economico”.
Nei primi anni ’90 si registrarono i primi investimenti stranieri, che tutt’oggi rappresentano il volano principale dell’economia nazionale.